Синтаксические и функционально-семантические особенности употребления условного наклонения в итальянском языке
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II tempo indica qual и il rapporto cronologico che intercorre tra l'azione
o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene proferito
l'enunciato.
И opportuno distinguere tra tempo fisico e tempo linguistico (o
grammaticale): il tempo fisico si riferisce alla percezione che ciascun
individuo ha del fluire del tempo nella realtа, ed и misurabile
quantitativamente. Il tempo grammaticale и costituito invece da un sistema
di relazioni temporali che permettono dj collocare l'azione prima, durante
o dopo il momento in cui viene proferita la frase e dм indicare l'ordine di
successione dei due avvenimenti.
Per esprimere il tempo linguistico il parlante ha a disposizione, oltre al
sistema dei tempi verbali, gli avverbi e le locuzioni avverbiali di tempo
(prima, dopo, fra sette mesi, per due anni). La non corrispondenza tra
tempo fisico e tempo linguistico и evidente nei casi in cui un tempo
grammaticale passato esprime un evento che nella realtа si svolge nel
futuro:
saranno necessarie almeno dodici ore per sapere chi ha vinto le elezioni.
Il rapporto cronologico tra lo stato o l'azione espressi dal verbo e il momento in cui viene proferito l'enunciato puт essere di:
contemporaneitа, quando il fatto avviene nel momento in cui si parla:
Daniele canta anterioritа, quando il fatto avviene in un momento anteriore a quello in
cui si parla: Daniele cantava (ha cantato, canto); posterioritа: quando il fatto avviene in un momento posteriore a quello in
cui si parla: Daniele canterа.
II tempo che esprime la contemporaneitа и il presente; il tempo che esprime
l'anterioritа и il passato, variamente articolato nell'indicativo
(imperfetto, passato prossimo e remoto, trapassato prossimo e remoto) e nel
congiuntivo ( imperfetto, passato, trapassato); il tempo che esprime la
posterioritа и il futuro, suddiviso nell'indicativo in futuro semplice e
futuro anteriore.
Sotto l'aspetto formale i tempi si distinguono in semplici, quando le forme
verbali di cui sono costituiti consмstono in una sola parola (amo, temevo, anivт,partirа), e in composti, quando le forme verbali risultano
dall'unione del participio passato del verbo con una voce dell'ausiliare
essere o avere (ho amato, avevo temuto, fu arrivato, sarа partito).
Per comprendere meglio il significato delle relazioni temporali possiamo visualizzare graficamente la collocazione di un avvenimento lungo l'asse del tempo, rappresentato da una linea retta. Per far ciт occorre fare riferimento a due nozioni fondamentali: :
• il momento dell'enunciazione (= ME), cioи il momento in cui si verifica
l'atto di parola;
• il momento dell'avvenimento (= MA), cioи il momento in cui ha avuto luogo
l'evento oggetto dell'atto di parola.
Per interpretare il passato remoto, il passato prossimo, l'imperfetto e il
futuro dell'indicativo и sufficiente questo elementare riferimento al
fluire del tempo fisico. Il trapassato prossimo, il trapassato remoto e il
futuro anteriore, viceversa, non sono ancorati direttamente al tempo
fisico, ma sono collegati ad esso indirettamente, attraverso un'indicazione
relativa di anterioritа o posterioritа rispetto ad un evento espresso da un
tempo semplice (dopo che ebbe appreso la notizia svenne) o da un'altra
determinazione temporale (alle 8 aveva giа cenato). Per rappresentare
graficamente i tempi composti dobbiamo pertanto introdurre un terzo
parametro, denominato momento di riferimento (= MR). Esso puт essere
costituito da un avverbio di tempo o da un'altra determinazione temporale
(alle cinque, l'anno scorso, quando sono uscito ecc.):
Tempi dell’indicativo:
L'indicativo и l'unico modo verbale che abbia specificati nei suoi vari
tempi
- semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro) e composti
(passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro
anteriore) – i tre fondamentali punti di riferimento cronologici in cui un
fatto avviene: l'anterioritа, nelle sue molteplici articolazioni
(imperfetto, passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto); la contemporaneitа (presente); la posterioritа (futuro
semplice e futuro anteriore).
Il presente. Indica il fatto, l'azione, il modo di essere che si
svolgono o
sussistono nel momento stesso in cui si parla:
faccio una passeggiata.
Si usa spesso il presente per esprimere la consuetudine, l'iterazione, hi
regolaritа con cui si veri/icario determinati fatti:
il rapido per Napoli parte alle diciassette; vedo Luigi tutti i giorni; o per indicare un'attitudine del soggetto: Franco parla il tedesco;
Giulio ripara le antenne;
in questi casi il tempo presente indica che il soggetto possiede una
determinata capacitа ed и in grado di esercitarla quando occorre, ma non
necessariamente che egli stia esercitando tale capacitа al momento
dell'enunciazione.
Inoltre il presente, in quanto "non-passato" e "non-futuro", и in grado di
significare ciт che si avvera sempre, le veritа atemporali:
la luna gira intorno alla terra; la rosa и un fiore;
il presente atemporale, particolarmente usato nelle definizioni
scientifiche, non и sostituibile con altri tempi o modi: due piщ due faceva / sta facendo / farebbe quattro;
e non и compatibile con avverbi temporali del tipo prima, dopo, non sempre, la Luna gira intorno alla Terra, ma non sempre.
Nei proverbi e negli aforismi il presente vuole indicare appunto la perenne
validitа di quanto viene affermato:
chi dorme non piglia pesci; il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il presente storico и un passato in forma di presente, и quasi un modo per
far rivivere il passato nel presente; serve a conferire maggiore efficacia
alla narrazione dei fatti, ad attualizzarli:
Leopardi nasce a Recanati nel 1798; Cesare da l'ordine di avanzare.
L'imperfetto Esprime la durata o la ripetizione nel passato: la pioggia cadeva ininterrottamente da due giorni; venivano a trovarci quasi tutte le settimane.
Dal punto di vista aspettuale l'imperfetto indica un'azione incompiuta nel
passato; per questo motivo, di norma, un verbo all'imperfetto non и
sufficiente a conferire alla frase senso compiuto. Se dico: ieri tornavo a
casa la frase rimane come sospesa e il mio interlocutore si aspetta
un'integrazione, per esempio: ieri tornavo a casa quando ho incontrato
Gianni.
Nelle narrazioni, l'imperfetto costituisce il tempo della descrizione per
eccellenza. Esso si presta infatti a rappresentare scene statiche, in cui
tutti gli elementi sono collocati sul medesimo piano temporale:
La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro. L'orologio
segnava le venti e trenta,
La stessa scena, resa con i verbi al passato remoto, da piuttosto l'idea di
un susseguirsi poco coerente di frasi:
La stazione fu desena. Carla indossт un soprabito scuro. L'orologio segnт
le venti e trenta.
Questa differenza и messa a frutto quando si esercita, a qualsiasi livello, l'arte del raccontare: l'imperfetto descrive luoghi e personaggi o delinea
stati di cose, mentre i tempi perfettivi (il passato remoto o il presente
storico) sono necessari per dare il via alla storia, per riferire in modo
ordinato il susseguirsi degli avvenimenti. Lo si puт facilmente verificare
analizzando l'inizio di una fiaba:
C'era una volta a Palermo un certo Don Giovanni Misiranti, che a
mezzogiorno si sognava il pranzo e alla sera la cena, e di notte se li
sognava tutti e due. Un giorno, con la fame che gli allungava le budella, uscм fuori porta. (da Fiabe italiane raccolte e trascritte da Italo
Calvino, Milano, A. Mondadori).
Quanto detto non vale nei casi in cui l'imperfetto assume valori aspettuali
proprм del passato remoto, come avviene con il cosiddetto imperfetto
narrativo, caratteristico, oltre che della lingua letteraria, dei resoconti
giornalistici:
Nel ribollire della disamistade cadevano le elezioni regionali del 51; i
candidati democristiani disertavano la piazza, la frequentavano invece i
comunisti (L. Sciascia, Le parrocchie di Regalpetrd);
allo scoccare della mezzanotte l'assassino entrava di soppiatto in casa
delle vittime;
al ventisettesimo minuto della ripresa il centravanti raccoglieva un abile
invito del numero 10 e metteva in rete.
Talvolta l'imperfetto puт assumere valori modali diversi da quelli propri
dell'indicativo. Si distingue in particolare:
1. un imperfetto ipotetico:
facevi meglio a stare zitto; potevano anche dircelo prima.
Quest'uso и comune soprattutto nel parlato; in una varietа piщ formale di
lingua troviamo invece il condizionale passato {facevi = avresti fatto;
potevano = avrebbero potuto);
2. un imperfetto irreale: si ha ogniqualvolta il tempo verbale serve a
sottolineare un distacco dalla realtа e la creazione di un universo
fittizio. И tipico delle narrazioni di sogni o della trama di un'opera
letteraria:
poi entravo in un'enorme sala a specchi: dopo alcuni secondi le pareti
iniziavano a muoversi verso di me...
e nel cosiddetto imperfetto Indico, comune nelle affabulazioni dei bambini:
Allora, facciamo che io ero il papa e tu la mamma;
3. un imperfetto attenuativo, a cui si ricorre in particolare con il verbo
volere e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazione del
valore iussivo di una richiesta; si immagini il seguente dialogo tra un
salumiere e una cliente, in cui chiaramente i due imperfetti non hanno
valore temporale:
- Cosa desiderava signora?
- Mah, volevo due etti di prosciutto.
Nel secondo caso l'imperfetto puт essere adeguatamente sostituito dal
condizionale presente.
Il passate prossimo. Questo tempo composto, formato dal presente di un
ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo, esprime un
fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o
perchй l'evento descritto perdura nel presente:
due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro);o perchй
perdurano gli effetti dell'evento descritto:
Marco и nato il 21 settembre del 1943;
ho imparato l'inglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti;
per quanto riguarda il primo esempio и significativo il fatto che si usi il
passato prossimo per indicare la nascita di un personaggio ancora vivente, ma sia d'obbligo il passato remoto per indicare il dato biografico di un
defunto:
Manzoni nacque nel 1785.
Anche senza l'accompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali, il
passato prossimo puт equivalere in qualche caso a un futuro anteriore, presentando il fatto come compiuto nel futuro:
un ultimo sforzo e ho finito (= avrт finito).
II passato remoto. Indica un'azione conclusa nel passato, prescindendo dal
suo svolgimento e dai suoi eventuali rapporti col presente. Si noti la
differenza tra:
1. Mora via scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928;
2. Moravia scriveva Gli indifferenti tra il 1925 e il 1928;
3. Moravia ha scritto Gli indifferenti.
Nella frase 1 il passato remoto scrisse mette in rilievo l'aprirsi e il
chiudersi dell'azione, il suo inizio e la sua fine. Nella frase 2
l'imperfetto scriveva sottolinea lo svolgimento dell'azione entro i limiti
temporali indicati. Nella frase 3 il passato prossimo ha scrмtto esprime
insieme la compiutezza dell'azione e la sua "attualitа": Moravia и autore
di questo libro, questo libro esiste, possiamo leggerlo.
Nella lingua contemporanea il passato remoto viene spesso sostituito dal
passato prossimo: l'anno scorso sono andato a Venezia. Particolarmente nel
parlato, il prevalere del passato prossimo rispetto al passato remoto si
giustifica con l'esigenza di avvicinare i fatti al momento della
narrazione, con ragioni cioи di immediatezza espressiva. Si noti che questo
uso del passato prossimo al posto del passato remoto, ora sempre piщ
generalizzato, и tipico dell'Italia settentrionale; nel meridione si
ricorre invece al passato remoto anche riferendosi a fatti avvenuti in un
tempo vicinissimo al presente: arrivai un quarto d'ora fa.
Il trapassato prossimo e il trapassato remoto. Il trapassato prossimo(o
piuccheperfetto), formato dall'imperfetto di un ausiliare (essere o avere)
e dal participio passato del verbo, indica un fatto del passato, anteriore
a un altro fatto pure del passato:
mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta.
Il trapassato prossimo puт assumere valori modali diversi da quelli propri
dell'indicativo:
1. trapassato prossimo ipotetico, usato colloquialmente nell'apodosi del
periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato.
se non mi fossi ammalato a quest'ora avevo giа terminato gli esami;
2. trapassato prossimo attenuativo:
Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia.
Questi valori modali, che ricalcano in parte quelli dell'imperfetto, sono
dovuti con ogni probabilitа all'influsso dell'ausiliare del trapassato
prossimo, coniugato all'imperfetto indicativo.
Il trapassato remoto, formato dal passato remoto di un ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo, indica un fatto anteriore al passato remoto. Il trapassato remoto ha un uso piщ limitato del trapassato prossimo; infatti, mentre questo si puт incontrare sia nelle proposizioni principali sia nelle proposizioni subordinate, il trapassato remoto oggi si trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da quando, dopo che, non appena, appena (che): non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo.
II futuro semplice e il futuro anteriore. Il futuro semplice indica un
fatto che deve ancora verificarsi o giungere a compimento:
arriverт domani; terminerт il lavoro entro una settimana.
Il futuro semplice puт assumere valore di imperativo:
farete esattamente come vi ho detto; imparerai questa poesia a memoria.
Il futuro anteriore, formato dal futuro semplice di un ausiliare (essere o
avere) e dal participio passato del verbo, indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro; и quindi una sorta di "passato nel
futuro":
quando lo avrai visto, te ne renderai conto.
Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono indicare un dubbio, una supposizione o una deduzione del parlante:
hanno bussato alla porta, sarа Marco; a occhio e croce questa pizza peserа due etti;
quando и iniziato lo spettacolo saranno state le nove;
in questo caso il futuro ha valore modale, non temporale, come si evince
dal fatto che i verbi degli esempi riportati non esprimono posterioritа.
Tempi del congiuntivo:
I tempi del congiuntivo sono quattro: presente, imperfetto, passato, trapassato.
II congiuntivo viene usato soprattutto nelle proposizioni dipendenti. In
quelle indipendenti - nelle quali il congiuntivo puт esprimere volontа, dubbio, concessione - i due tempi semplici (presente e imperfetto) si usano
con riferimento al presente:
dica pure cio che vuole dicesse
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